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Barumini
Polo museale Casa Zapata
Alla fine degli anni Ottanta, con la Casa Zapata in totale stato di abbandono, il Comune decise di acquistare il caseggiato per farne un museo. Quando i lavori di restauro cominciarono, il professor Lilliu, archeologo di fama mondiale, intuì che la casa era costruita sopra un nuraghe, vista la vicinanza dell'altra area archeologica "Su Nuraxi", e si occupò di riportare alla luce quanto più possibile si trovava nascosto al di sotto della villa. Ed è così che venne portato alla luce un nuraghe denominato “Nuraxi‘e Cresia” (Nuraghe della Chiesa) per la vicinanza con la Parrocchia dell’Immacolata Concezione. In pratica la villa era stata costruita poggiando i muri del palazzo sopra quelli del nuraghe che doveva estendersi fino all'attuale Chiesa Parrocchiale. Il restauro del museo è stato progettato con un duplice scopo: preservare la struttura del palazzo e, nello stesso tempo, rendere visibile e fruibile con comode passerelle sospese, e pavimentazioni trasparenti, il nuraghe che è emerso. Oggi il Polo Museale “Casa Zapata” è organizzato in tre sezioni: archeologica, storico-archivistica e etnografica.
L'edificio, residenza dei nobili spagnoli, è uno uno splendido palazzo, con elegante giardino annesso, realizzato tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo per divenire Sede Baronale e dimora del feudatario. Vi sono altri due edifici vicini di pertinenza agricola, realizzati a partire dai primi anni del 1900, utilizzati come magazzini, stalle e casa del fattore aperti su una grande corte che consentiva il libero movimento di uomini, merci e animali.
Casa Zapata, breve storia.
La nobile famiglia aragonese degli Zapata giunse in Sardegna dopo la conquista dell'infante Alfonso. Si stabilirono prima a Cagliari nel 1323, mentre nel 1541 Don Azor Zapata ottenne in concessione la baronia di Las Plassas, Barumini e Villanovafranca e commissionò la costruzione della seconda residenza proprio a Barumini, in una chiara posizione dominante rispetto alle terre infeudate. Questa residenza è composta da diversi edifici: un palazzo con giardino e altri due edifici con destinazione agricola per utilizzarli come magazzini, stalle, e casa del fattore. Davanti alla Casa Zapata vi è anche la Parrocchia della Beata Vergine Immacolata, probabilmente commissionata dalla stessa nobile famiglia aragonese.
“Su Nuraxi ‘e Cresia” che emerge dal sottosuolo è costituito da una torre centrale, chiamata “mastio”, attorno alla quale si dispongono tre torri perimetrali unite fra di loro da cortine murarie rettilinee. Vi sono anche due cortili, uno interno al bastione, dotato di pozzo, e uno esterno collegato al primo mediante un ingresso architravato.
Appare visibile la sovrapposizione della Casa Zapata sulla struttura nuragica. I nobili spagnoli erano certamente al corrente dell'esistenza del nuraghe, e costruire la casa in questo modo ha consentito risparmi di materiale e costi di costruzione.
La Parrocchia dell’Immacolata Concezione, situtata di fronte alla Casa Zapata, che ha dato il nome al nuraghe scoperto dall'archeologo Lilliu. Si presume che il nuraghe si estenda fino alla chiesa. Gli scavi non sono stati interrotti e continuano nonostante le visite dei turisti.