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Italia > Isole pontine

Festa di San Silverio patrono di Ponza

La festa dei pescatori

Il grande giorno è arrivato, oggi è il 20 Giugno, e per ponzesi e turisti che sono ancora a dormire la sveglia è alle 6, col suono dei botti e dei fuochi d’artificio (la Diana), preludio al passaggio della banda dell’isola che percorrerà i quartieri di Ponza. E' il giorno della festa più importante, ma sono già dieci giorni prima che tutta l'isola è in subbuglio. Tutti si preparano per la festa, s’imbiancano i locali, si riassettano e magari si comprano coperte da sventolare dal proprio balcone, gli hotel e le pensioni si preparano ad accogliere i numerosi visitatori e turisti in arrivo.
La Chiesa di San Silverio e Santa Domitilla (SS Trinità). All'interno della chiesa è custodita la statua di San Silverio, patrono di Ponza.
La maggior parte della gente attende fuori che inizi la processione, e tantissimi attendono pazientemente che finisca la messa a bordo delle innumerevoli barche.
Ed è in onore del Santo che il 20 di giugno le celebrazioni iniziano con la messa, con la chiesa gremita di gente. Finita la messa inizia la processione, dietro a San Silverio a bordo di una barca in miniatura.

L'attesa.

Il momento topico di tutta la festa è la processione, che dal porto si snoda lungo il mare, e per mare con tantissime barche che la seguono. La processione può essere vista da terra, ma è dal mare che è più suggestiva. Durante la solenne messa all'interno della Chiesa, numerose barche piene di gente attendono fuori che inizi la processione, in un silenzio irreale, interrotto qua e la da trombette e sirene: in tanti attendono, pazientemente, l'uscita della statua del Santo dalla Chiesa.
San Silverio è talmente venerato che i ponzesi sparsi per il mondo dedicano una messa solenne in suo onore ovunque essi siano, e non di rado fanno di tutto per essere a Ponza il periodo del 20 Giugno quando i festeggiamenti raggiungono il loro apice. Da non perdere, perché è tutto molto suggestivo. Per capire bene l'evento, il turista deve percepire dagli stessi ponzesi, quanto è sentita la festa, al di là della sua semplicità, perché non bisogna dimenticare che l'Isola era soprattutto un borgo di pescatori e la cerimonia segue un filone molto popolare e legato al mare. Ben poco è cambiato in decenni, e quasi nulla in più è concesso ad uso turistico, e quel che si vede è rimasto immutato nel tempo.
Alla fine, San Silverio esce dalla chiesa e percorre, seguito da una folla di fedeli, tutta la strada che costeggia il porto, e le barche gremite di gente lo seguono dal mare fino a Giancos, mentre le campane del Porto e di S. Maria intrecciano a festa i loro rintocchi.
Arrivati a Giancos, dopo una breve preghiera del parroco, la statua ripercorre indietro lo stesso percorso, fino ad arrivare all’altezza di un peschereccio ornato con nastri, bandiere e fiori.
Piazza Carlo Pisacane si affolla di gente di ogni età, e nazionalità che si muove in un clamore di suoni e colori nell’aria festosa dell’isola che, per l’occasione, arriva a toccare punte di 15.000 presenze.
La statua di San Silverio è a bordo di una barca in miniatura, ornata di coralli, di oggetti d'oro e di fiori, portato a spalla da orgogliosi isolani, a volte arrivati da oltreoceano per onorare il loro Santo.

I garofani rossi

I garofani rigorosamente rossi vengono messi sulla barca prima della messa solenne su uno strato di “pugnenti”  (l’asparagina) legato con dello spago. Il numero dei garofani viene stabilito dai fedeli che fanno omaggio di fasci e fasci di garofani che vengono poi tagliati a misura fino a coprire tutto il verde dei “pugnenti” e fino a coprire il primo strato di bianco della barca.
Al ritorno in Chiesa della processione tutti i fedeli vogliono portare almeno un garofano a casa, e quindi, nel passato si creava una ressa nel tentativo di prendere i garofani dalla barca; dunque si è deciso di lanciarli verso la folla naturalmente ed è così nato il caratteristico lancio che conclude la processione.
Il garofano rosso che portato a casa è un segno d’amore del Santo verso i devoti che presentano a lui, nel simbolo  dei garofani, i loro problemi, le angustie, le malattie e si chiede una sua intercessione per guarirli.
Molti forestieri che vengono per la festa fanno propria questa usanza.
Molti di questi garofani rossi li rivediamo sulle tombe dei cari il giorno dopo.

Il cuore d'argento.

Non tutti sanno che il cuore che porta San Silverio al collo non è un ex-voto, ma un pegno d’amore che i ponzesi che partivano per la Prima Guerra Mondiale  avevano regalato al Santo con la speranza di ritornare vivi alle loro case.
Il cuore è d’argento ed è cavo, al suo interno vi sono scritti i nomi su foglietti di carta di quelli che si recavano al fronte.
Dai balconi vengono stese coperte ricamate a mano, lenzuola colorate, in segno di omaggio e rispetto al passaggio del Santo che avrà il compito di proteggere tutti gli abitanti per un altro lungo anno, prima di ricevere nuovamente il meritato tributo.
San Silverio è imbarcato, si spinge poco al largo del porto di Ponza, seguito da tutte le barche piccole e grandi.
Dopo una breve cerimonia in onore dei caduti in mare, si fa rientro in porto.
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