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La primavera giapponese
Il significato di sakura
La primavera è la stagione più gettonata dai visitatori del Sol Levante perché il Paese è ricco di alberi di ciliegio che quando fioriscono cambiano il paesaggio rendendolo più spettacolare. Ma per i giapponesi non è importante solo l'aspetto estetico, bensì anche il simbolismo che la primavera porta con se. E' il sakura, la fioritura dei ciliegi, ben augurante per i giapponesi, perché ricco di straordinarie opportunità da cogliere, un momento di rinnovamento e ottimismo. Soprattutto a fine marzo/inizio aprile, essendoci una breve finestra per ammirare i ciliegi in fiore nelle megalopoli giapponesi, la tradizione dell'hanami, letteralmente "la contemplazione dei fiori", è un rituale radicato, durante il quale ci si riunisce sotto i ciliegi per bere, mangiare, scattare foto e divertirsi con parenti e amici. Queste tradizioni hanno radici antiche, già nel periodo Nara (710-784), l'albero di ciliegio veniva festeggiato come il dio della montagna, successivamente come il dio delle risaie ad indicare la produzione agricola. Per i giapponesi era d'uso festeggiare recandosi alla montagna, poi decisero di trapiantare questa magnificenza in pianura, costellando le residenze di alberi di ciliegio, quelli che vediamo ancora oggi. Anche personaggi storici importanti, come i samurai, guerrieri del Giappone feudale, intrisero di significati il sakura che per loro celebrava l'onore, il rispetto, la disciplina, ma anche l'inevitabilità della morte in guerra. Anche i kamikaze giapponesi, durante la guerra mondiale, decorarono i loro aerei da guerra con i petali, perché come i petali che si staccano dai rami, volteggiano nell'aria, e poi precipitano giù. Ma il Giappone di oggi si ispira alla pace, non si celebrano guerre, e il significato del sakura sposa gl'ideali della filosofia buddista, laddove i petali in fiore rappresentano la metafora dell'esistenza umana: ricca, intensa, intrisa di piacere, come il lento sbocciare dei petali; ma anche delicata, fugace, fragile, come la veloce caduta delle corolle dagli alberi a simboleggiare la morte.
La natura ci parla tutto il tempo, sta a noi vedere e ascoltare le lezioni.
La natura e i suoi simboli
La cultura giapponese ha un legame molto forte con la natura e molti elementi della natura hanno un profondo simbolismo in Giappone. Ad esempio, il pino è venerabile e profondamente radicato. Il bambù è forte ma flessibile. La fioritura del susino è elegante ma resistente. Il torrente di montagna fa il suo percorso superando dolcemente gli ostacoli. Insomma, la natura ci manda di continuo dei messaggi, tocca a noi coglierli e farli propri.
La natura effimera delle cose
Come i sakura, la vita stessa può essere bella e straordinaria, eppure è delicata, impermanente e breve. Questa è semplicemente la natura delle cose. Il sakura è associato all'idea di "mono no aware" che è legato a sentimenti profondi o a una particolare sensibilità (forse anche una sorta di tristezza) riguardo alla caducità delle cose. È un'emozione profondamente personale o un'estetica difficile da descrivere, ma che può essere percepita quando una notevole bellezza aumenta la nostra consapevolezza dell'effimero di tutte le cose. Il sakura ci ricorda, quindi, quanto può essere bella la vita, e ci ricorda anche di apprezzare ciò che abbiamo, compreso ogni momento che viviamo. Per alcune persone i sakura sono solo un dono bello e di breve durata della natura, per altri sono un promemoria ogni primavera che la vita è preziosa e breve e non deve essere sprecata. Dunque, ci ricorda di concentrarsi su ciò che è importante e di non preoccuparsi del superfluo e del non essenziale.
Nuovi inizi
Sakura è anche un simbolo di nuovi inizi e di un nuovo inizio. I fiori sono una meraviglia da vedere, e anche se scompariranno rapidamente mentre sono ancora al loro apice, mentre svolazzano dolcemente nella brezza fino al terreno sotto i rami che li hanno generati, il loro passaggio significa giorni più caldi e un nuovo inizio. L'anno scolastico, in Giappone, inizia ad aprile e molte altre attività iniziano in primavera, come il giorno di inizio per i nuovi dipendenti. La maggior parte dei neolaureati inizia la propria nuova carriera in questo periodo dell'anno. Pertanto, per molte persone i sakura sono anche un simbolo dell'inizio di un nuovo capitolo della vita o del ricominciare da capo con un rinnovato senso di speranza e ottimismo.
Cos'è l'hanami?
Hanami, che in italiano significa "osservazione dei fiori", è una tradizione secolare che trascende di gran lunga il suo significato letterale. È un momento di festa in cui amici e famiglie si riuniscono, non solo per divertirsi con cibo e bevande in picnic pubblici sotto alberi in fiore, ma hanami rappresenta soprattutto un'occasione unica per apprezzare la bellezza fugace dei boccioli in fiore, per riflettere sulla bellezza effimera della vita rispecchiata nei fiori di ciliegio: un tema che risuona nel cuore della cultura giapponese.
Le radici di hanami affondano nel passato del Giappone, risalendo al periodo Nara (710-794). In origine, questa tradizione era incentrata sugli ume (fiori di prugna), una specie imparentata con prugne e albicocche, celebrata per la sua fioritura prolungata da gennaio a febbraio. Questa pratica, ispirata alle usanze di osservazione dei fiori della dinastia cinese Tang, inizialmente onorava gli ume come simbolo di resistenza e perseveranza. Nella cultura cinese, l'ume occupa un posto venerato, proprio come i sakura in Giappone, con la sua essenza catturata nella poesia, nella filosofia e nella letteratura.
Tuttavia, quando la tradizione si è radicata in Giappone, il fascino unico dei sakura, i fiori di ciliegio, ha rapidamente conquistato l'ethos giapponese. A differenza dell'eterno ume, i fiori di sakura emergono in un'esplosione fugace di bellezza, che dura solo una o due settimane al massimo. Questa transitorietà risuonava con il concetto estetico e filosofico giapponese di "mono no aware", la toccante consapevolezza dell'impermanenza delle cose. Quindi, ciò che è iniziato come un'ammirazione per l'ume si è evoluto in una profonda celebrazione dei sakura, incarnando il delicato equilibrio tra la gioia della bellezza della vita e la malinconia della sua natura transitoria.
Kyoto. Un soffio d'aria si alza e i petali di ciliegio svolazzano: è l'hanafubuki, la "nevicata di fiori di ciliegio".
La filosofia dei fiori di ciliegio
Quando i fiori di sakura raggiungono il loro apice, una folata di vento è sufficiente per far partire una cascata di petali, un toccante promemoria della natura transitoria della bellezza e della vita stessa. Questo spettacolo effimero, in cui il terreno diventa un tappeto di petali rosa pallido, incarna l'essenza del "mono no aware", una sensibilità all'effimero, che celebra la consapevolezza agrodolce dell'impermanenza.
È proprio questo sentimento che ha ispirato una serie infinita di espressioni artistiche, dagli haiku delicati che catturano la bellezza fugace di un singolo fiore a dipinti elaborati, canzoni e danze che celebrano la stagione dei sakura. Inoltre, la bellezza fugace del sakura è una perfetta incarnazione del "wabi-sabi", l' estetica tipicamente giapponese che trova la bellezza nell'imperfezione e nell'impermanenza. Il wabi-sabi riguarda l'apprezzamento del semplice, del silenzioso, del meno che perfetto e del modesto, qualità incarnate dal delicato e transitorio sakura. Il sakura ci spinge ad apprezzare il momento presente, a riconoscere la bellezza nell'impermanenza e a riflettere sulla nostra stessa esistenza.
Kyoto, quartiere Pontocho. Lo yozakura è l'ammirazione notturna dei ciliegi in fiore che assumono colori diversi a seconda della illuminazione artificiale. Dei veri "fiori di luce" come delle lampadine magiche appese agli alberi.
Un angolo del fiume Katsura a Kyoto.
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